A fondamento di una coppia c’è sempre un contratto. Quando parliamo di contratto di coppia non dobbiamo pensare solo agli aspetti legali, o comunque espliciti e condivisi che definiscono la relazione, ma anche e soprattutto agli aspetti impliciti e talvolta incosapevoli. Se da una parte ogni coppia concorda regole e si accorda su varie cose, dall’altra il legame si basa su elementi affettivi ed emotivi che hanno a che fare sia con la soddisfazione dei bisogni che con la convalida dell’immagine di sé.La prima “fase” della formazione di una coppia è quella dell’innamoramento, definita da Cecchin fase dell’illusione: gli innamorati tendono a vedere solo gli aspetti positivi l’uno dell’altro, e tentano – spesso in modo inconsapevole- di dare di sé l’immagine migliore possibile. In pratica, un po' come fossero pavoni, mostrano le loro piume variopinte e cercano di “fare colpo”, ammirando al contempo le parti migliori di sé che l’altro propone. In questa fase è come se le regole esplicite ed i bisogni profondi della coppia coincidessero. Al contrario di quanto si possa pensare, questa fase può durare anche molto a lungo. Molte coppie restano quasi “intrappolate” nella fase dell’illusione, e si trovano per anni a vivere relazioni in cui continuano ad idealizzare il partner, finendo poi col dover fare i conti con cocenti delusioni. Alla fase dell’illusione segue quella della delusione: questo momento è di importanza cruciale per la fondazione di un legame saldo e autentico; i partners iniziano a guardarsi reciprocamente per ciò che sono, difetti compresi. In questa fase le coppie sperimentano un momento di crisi, che può avere esiti diversi: •è possibile che la relazione finisca / •è possibile che la coppia evolva, verso un più maturo ed autentico legame: è la fase della disillusione, in cui la coppia lavora per rinegoziare quel vecchio contratto che ormai non và più bene. Quando una coppia diventa una famiglia si trova a vivere differenti momenti o fasi del ciclo vitale. Ciascuna di esse implica dei compiti di sviluppo che possono rappresentare delle battute d’arresto nel processo di evoluzione del sistema familiare e della coppia stessa. Il primo di questi compiti, che avviene in modo tutt’altro che semplice – e spesso non avviene oppure avviene in modo incompleto – è la differenziazione dalle rispettive famiglie d’origine dei partners. Tracciare dei confini chiari rispetto alle famiglie d’origine, ovvero definire quelle regole condivise che regolano tempi, spazi, ambiti di competenza e molto altro ancora risulta essenziale per il benessere della relazione. Spesso, invece, le coppie non riescono a “completare” questo processo (che tra l’altro necessita a sua volta di continui aggiustamenti e rimodulazioni in base alla fase del ciclo vitale), mantenendo con le proprie famiglie d’origine confini invischiati, che portano a intromissioni reciproche o sovrapposizioni di ruoli e funzioni; all’estremo opposto può avvenire ciò che Bowen definisce taglio emotivo, ovvero si possono creare confini rigidi con genitori, suoceri, cognati, ecc…che possono far sperimentare alla coppia un senso di solitudine e spesso una effettiva mancanza di sostegno. L’arrivo del primo figlio rappresenta un altro evento cruciale per lo sviluppo di una famiglia. La coppia deve allargare il proprio confine con l’esterno, per consentire al bambino di entrarci. Si devono creare spazi e tempi – pratici ed emotivi - per l’accudimento del neonato. La sfera genitoriale sarà, almeno all’inizio, quella più pressante, quella alla quale la coppia destinerà più energie, fisiche e mentali. Ma col tempo, gradualmente, i partners dovranno essere capaci di ritagliarsi degli spazi propri. In altre parole, se due persone diventano genitori, non devono dimenticarsi di essere anche una coppia e non solo una coppia di genitori. Ma le relazioni sono messe alla prova anche durante l’adolescenza dei figli, o quando i figli diventano adulti, e ci si ritrova di nuovo in due…a fare i conti con ciò che spesso era stato lasciato in sospeso prima dell’arrivo dei figli (nido vuoto); e questo frequentemente avviene nel momento in cui si vivono anche altri grandi cambiamenti, come il diventare nonni o il pensionamento. Il punto è che in ogni momento di una relazione, specie in quei momenti che rappresentano fasi di passaggio, o che sono legati ad eventi particolari, le coppie possono andare in crisi. Ma le crisi possono rappresentare una grande opportunità di crescita per la coppia. Questo però succede a patto che la coppia si conceda spazi di confronto e ascolto, che talvolta necessitano, perché siano efficaci, dell’intervento di un professionista, che sappia supportarla nel processo di reciproca comprensione, accettazione ed integrazione dei differenti punti di vista e nell’ottica di una maggiore consapevolezza di se stessi e del partner e di come si sta insieme.
Accelerazione del battito cardiaco, sudorazione, tremore, senso di perdere il controllo, fame d’ aria, paura di svenire sono solo alcune delle manifestazioni dell’ansia. L’ OMS ha stimato che il 10% della popolazione adulta soffra o abbia sofferto di disturbi legati all’ansia (rapporto WHO, 2001). La pandemia dovuta al coronavirus, inoltre ... CONTINUA A LEGGERE >>
In primo luogo bisogna chiarire che l’ansia e’ una condizione dalla quale si puo’ venire fuori. Tuttavia, spesso si tende a credere che lo si possa fare da soli, quando e’ invece fondamentale rivolgersi a specialisti competenti. La nostra cultura ci spinge a preoccuparci ed intervenire di fronte ad un ... CONTINUA A LEGGERE >>